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Le idee di Paulo Freire attraversano le frontiere di discipline, di culture, di scienze e
dell’America Latina. Allo stesso tempo, le sue riflessioni sono state approfondite con il tema che ha segnato tutta la sua vita – l’educazione come pratica della libertà – il suo approccio si è esteso alle altre aree della conoscenza, creando radici in diverse parti del mondo – dai “mocambos”, i quartieri poveri di Recife, in Brasile, alle comunità “barakunins” del Giappone. Questo rinforzò le sue teorie e la pratica educativa, tanto quanto aiutò a stimolare riflessioni non solo di educatori ma anche di dottori, terapisti, sociologi, filosofi, antropologi, e altri professionisti. Il suo pensiero è considerato un modello interdisciplinare.
Non possiamo vedere Freire solamente come un educatore di adulti o un accademico, o
ridurre il suo lavoro ad una tecnica o ad una metodologia. Possiamo vedere il lavoro di Freire dentro ad un contesto di “natura profonda e radicale della sua teoria e pratica anti-coloniale e del suo discorso post-coloniale” (Henry Giroux, “Paulo Freire and the Politics of Postcolonialism”, in Peter McLaren e Peter Leonard, editori, Paulo Freire: a Critical Encounter, Routledge, 1993, p. 177). Freire assunse i rischi di attraversare le frontiere per poter leggere meglio il mondo e facilitare nuove posizioni senza sacrificare i suoi impegni e i suoi principi. |
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